Il cane sull’Etna. Frammenti d’una enciclopedia del dissesto
Rusconi, Milano, 1978

Quarta di copertina della prima edizione
Dopo Il quinto evangelio, uno degli episodi letterari più significativi degli ultimi anni, Pomilio conferma la sua statura di narratore e la ricchezza della sua tastiera espressiva con questi cinque racconti, scritti secondo un disegno unitario che li fanno assomigliare ad altrettanti capitoli di un’unica insolita storia. Dal racconto dello scrittore divenuto incapace di scrivere perché ha «cessato di farsi delle illusioni intorno al mondo» a quello della sentinella rimasta di guardia a una città abbandonata, passando per le tre stupende storie centrali, tutte percorse dai temi della solitudine, della frustrazione, del rimorso, del terrore, il lettore stabilirà presto le segrete connessioni che fanno dell’insieme di questo libro una potente metafora degli smarrimenti e del dissesto che attraversano la realtà di oggi.
Risvolto della prima edizione
Un critico che si è occupato lungamente di Pomilio ha sottolineato la centralità di questo gruppo di racconti, finora noti, e solo in parte, a pochissimi lettori, che si situano cronologicamente tra i due suoi romanzi maggiori, La compromissione e Il quinto evangelio, e, pur non assomigliando né all’uno né all’altro, estendono il desolato discorso del primo e preludono all’impennata morale del secondo. Sempre quel critico ha osservato che Pomilio si distingue per l’attitudine a “confessare” i propri personaggi scavando nei loro più nascosti entroterra, e ne ha indicato proprio nelle pagine di questa raccolta l’esplicazione più tipica e forse più alta. Certo è che coi racconti de Il cane sull’Etna, scritti tra il 1967 e il 1969 secondo un disegno unitario che li fa assomigliare a capitoli di un’unica storia (quali in realtà avrebbero dovuto essere, come narra l’autore della nota introduttiva), Pomilio conferma la sua statura di narratore e la varietà imprevedibile della sua tastiera espressiva, capace dell’ironia come del tragico o del grottesco. Dal racconto satirico-saggistico dello scrittore che ha rinunziato a scrivere perché ha « cessato di farsi delle illusioni intorno al mondo » a quello della sentinella rimasta di guardia a una città abbandonata, passando per le tre stupende storie centrali, tutte percorse dai temi della solitudine, della frustrazione, del rimorso, del terrore e sovrastate – è stato scritto – dalla dissoluzione d’un io che si rifrange nelle parole senza riuscire a identificarsi, il lettore muoverà di sorpresa in sorpresa, ma farà presto a stabilire le segrete connessioni che fanno dell’insieme di questo libro, così insolito per invenzioni, per strutture, per linguaggio, per tonalità, una potente metafora degli smarrimenti e del dissesto che attraversano la realtà di oggi.