Il testimone
Massimo, Milano, 1956

Quarta di copertina della prima edizione
L’ispirazione è data da un fatto reale accaduto a Parigi alcuni anni or sono: protagonisti principali, una madre e un commissario nello squallore di un abbiente di polizia. Dramma d’una madre e, insieme, dramma d’una coscienza: il commissario Duclair. Ma l’opera si sottrae a ogni limitazione e definizione. Qui sta appunto il suo fascino: l’imprevedibilità, gli amari interrogativi che l’autore pone tra gli episodi, l’inquietante ricerca nel groviglio degli impulsi umani, il tragico crescendo portato fino all’ultima parte, che commuove e innalza i sentimenti d’ogni lettore. Dopo il successo de L’uccello nella cupola, questa nuova opera conferma il lusinghiero giudizio della critica che ha definito l’autore come uno dei migliori narratori del dopoguerra